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Smart City: tra utopia e distopia

Martedì 16 febbraio 2016, ore 20,00 presso la libreria asSaggi, via degli Etruschi 4

Il tema delle Smart Cities ha avuto recentemente un successo incredibile dentro e fuori le discipline urbanistiche. È forse una parola/slogan che evoca aspetti molto interessanti e molto avveniristici, ma che può essere anche solo espressione di una moda. Certamente si tratta di una (semi) nuova metafora della città - la città computer - che recupera l'idea di città-razionale di vecchia data, a cui aggiunge nuove connotazioni attuali: evoca infatti l'idea della creatività, della semplicità (dimensione user-friendly), della tecnologia, dell'informatica e dell'informazione, della sostenibilità ambientale, ma anche dell'efficienza, della automatizzazione, e con esse della delega gestionale a un organismo puramente tecnico di alcune attività organizzative connesse alla vita quotidiana, con la promessa di eliminare i disguidi che la rendono difficile. Ma - al di là della fattibilità - cosa significa questo per una città? Cosa comporta? Come si realizza? Che implicazioni ha? Non si tratta solo di una chiarificazione tecnica, ma di un ragionamento e - se vogliamo - di una discussione critica su cosa intendiamo per "città", su quali aspetti riteniamo siano importanti e fondamentali per la città, a fronte di condizioni di disuguaglianza che caratterizzano in maniera crescente l'ambito urbano attuale e del disagio che spesso si vive nelle periferie, ma anche dei modelli di abitare che le città (soprattutto del mondo occidentale, ma non solo) stanno affermando, a giudicare dalla moltiplicazione degli shopping malls, dalle forme di privatizzazione e svuotamento dello spazio pubblico, del rapporto con la diversità e la marginalità. Rispetto a questi temi non possiamo negare di trovarci di fronte spesso a città che sembrano più stupide che smart, quando non addirittura paurose e crudeli. Quali sono dunque i "resti" che rimangono a margine del discorso sulle smart cities? Quali sono dunque le nuove paure i nuovi pericoli o i nuovi paradossi connesse alla particolare natura della città-computer? E infine: la promessa di diventare "smart" può concentrarsi sulle città o implica necessariamente anche una trasformazione dei cittadini? Qual'è il ruolo che la trasformazione tecnologica attribuisce loro? Possiedono dei luoghi propri nella città? Sono ancora i "proprietari" dello spazio che abitano o i fruitori di una serie di servizi più o meno tecnologizzati? Senza pretendere di fornire risposte esaustive il discorso sulla trasformazione della città contemporanea indica forse la necessità di porci delle domande legati agli effetti del panorama che ci si staglia di fronte sui nostri quotidiani itinerari particolari.


Carlo Cellamare

Docente di urbanistica all'Università "La Sapienza" di Roma, direttore del Centro di ricerche CRITEVAT, svolge ricerche, a carattere interdisciplinare, sul rapporto tra urbanistica e vita quotidiana, sui processi di progettazione urbana e le forme di autorganizzazione, sul rapporto tra territorio e sviluppo locale, sulle periferie in particolare romane, e infine sulla partecipazione e le pratiche urbane, anche attraverso percorsi di ricerca-azione. Ha pubblicato, tra gli altri, Fare città. Pratiche urbane e storie di luoghi (Eleuthera, 2008), Progettualità dell'agire urbano. Processi e pratiche urbane (Carocci, 2011), Roma, città autoprodotta (ed, manifestolibri, 2014), Practices of Reappropriation (ed, Planum Publisher, 2014)


Pierluigi Cervelli

Pierluigi Cervelli insegna semiotica all'Università "La Sapienza" di Roma. La sua ricerca riguarda una storia del rapporto fra spazio, definizione della diversità e potere politico, in particolare in relazione alle periferie urbane e alle migrazioni. Svolge ricerche interdisciplinari in particolare sull'interpretazione dello spazio da parte dei suoi abitanti nelle periferie romane e nelle aree di edilizia residenziale pubblica. Ha pubblicato La città fragile (Lithos 2008) e articoli su varie riviste italiane e internazionali (Urban Studies, Galaxia, NAS, Urbanités, Leussein ecc.).


Dopo gli incontri, i video della serata saranno disponibili sul canale YouTube di formaScienza


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