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Numeri InnaturaliMartedì 11 dicembre 2007, ore 20,30«Dio ha creato i numeri naturali, tutto il resto è opera dell'uomo» (Leopold Kronecker). 1,2,3,4,5... in che senso sono 'naturali'? e in che senso è 'naturale' il numero 0, una delle più eleganti espressioni del pensiero astratto che manipoliamo con scioltezza fin da bambini? E che dire poi di -1, radice di due, pi greco, i? Per rispondere a queste domande è interessante capire quali di questi numeri esistono come patrimonio condiviso da culture differenti. Oggi i matematici generano tutti i numeri a partire da un solo elemento, l'insieme vuoto, rispettando 'naturalmente' gli 8 (9) assiomi su cui oggi fondiamo tutta la matematica. Ma esiste è esistita, da qualche parte sul globo, una matematica che si è sviluppata in modo diverso da quello assiomatico introdotto dai Greci? Ne parleremo con il matematico René Schoof, che ci racconterà i recenti sviluppi della teoria dei numeri, e con l'antropologo Massimo Squillacciotti, che ci parlerà, tra l'altro, dei risultati delle ricerche antropologiche sulle somiglianze e differenze tra le matematiche di diverse culture. Articoli di commento: Numeri innaturali René SchoofRené Schoof è professore di matematica. Ha conseguito la laurea e il dottorato all'Università di Amsterdam. Attualmente lavora all'Università di Roma "Tor Vergata".E' stato editore di varie riviste e membro di comitati scientifici di vari convegni internazionali. Si occupa principalmente di teoria dei numeri, pubblicando lavori sia nel campo "puro" della geometria aritmetica che in quello "applicato" della teoria dei numeri computazionale. Massimo SquillacciottiMassimo Squillacciotti è professore di antropologia culturale all'Università di Siena.Oltre a studi sui processi di mutamento culturale in Toscana, ha condotto ricerca sul campo sui sistemi di numerazione tradizionale a Panama ed in Somalia. Suo campo di interesse è l'antropologia cognitiva con particolare riferimento al rapporto tra codici di espressione del pensiero e forme di comunicazione. Lettureda Gianni Rodari, Favole al telefonoInventiamo dei numeri? Inventiamoli, comincio io. Quasi uno, quasi due, quasi tre, quasi quattro, quasi cinque, quasi sei. E' troppo poco. Senti questi: uno stramilione di biliardoni, un ottone di millantoni, un meravigliardo e un meraviglione. Io allora inventerò una tabellina: tre per uno Trento e Belluno tre per due bistecca di bue tre per tre latte e caffè tre per quattro cioccolato tre per cinque malelingue tre per sei patrizi e plebei tre per sette torta a fette tre per otto piselli e risotto tre per nove scarpe nuove tre per dieci pasta e ceci. Quanto costa questa pasta? Due tirate d'orecchi. Quanto c'è da qui a Milano? Mille chilometri nuovi, un chilometro usato e sette cioccolatini. Quanto pesa una lacrima? Secondo: la lacrima di un bambino che è capriccioso pesa meno del vento, quella di un bimbo affamato pesa più di tutta la terra. Quanto è lunga questa favola? Troppo. Allora inventiamo in fretta altri numeri per finire. Li dico io, alla maniera di Modena: unci dunci trinci, quara quarinci, miri mirinci, un fan dès. E io li dico alla maniera di Roma: unzi donzi trinzi, quale qualinzi, mele melinzi, riffe raffe e dieci. da Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra C'era una volta un povero Zero tondo come un'o, tanto buono ma però contava proprio zero e nessuno lo voleva in compagnia per non buttarsi via. Una volta, per caso, trovò il numero Uno di cattivo umore perché non riusciva a contare fino a tre. Vedendolo così nero il piccolo Zero si fece coraggio, sulla sua macchina gli offerse un passaggio, e schiacciò l'acceleratore, fiero assai dell'onore di avere a bordo un simile personaggio. D'un tratto chi si vede fermo sul marciapiede? Il Signor Tre che si leva il cappello e fa un inchino fino al tombino... e poi, per Giove, il Sette, l'Otto, il Nove che fanno lo stesso. Ma cosa era successo? Che l'Uno e lo zero uno qua. l'altro là, formavano un gran Dieci: nientemeno, un'autorità! Da quel giorno lo Zero fu molto rispettato anzi da tutti i numeri ricercato e corteggiato: gli cedevano la destra con zelo e premura. di tenerlo a sinistra avevano paura, lo invitavano a cena, gli pagavano il cinema, per il piccolo Zero fu la felicità. torna alla pagina dei caffè scienza |
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